venerdì 1 luglio 2011

Breve Storia della fotografia

a cura di Isabella Barbato

"Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l'arte della fotografia" (Helmut Newton)


La parola Fotografia deriva da due parole greche "phos" (luce) e "graphis" (scrittura), le quali letteralmente unite significano "scrivere con la luce” ed è una tecnica di produzione d'immagini, ottenuta grazie ad un'azione chimica esercitata dalla luce o da altre forme d'energia. L'estrema versatilità di questa tecnica ne ha consentito l'utilizzo nei campi più diversi delle attività umane, dalla ricerca scientifica all'intrattenimento, dalla pubblicità al giornalismo, fino a consacrarla come autentica forma d'arte.Non si può definire una data e un inventore specifico della fotografia, perché è un avvenimento che si è evoluto nel corso dei secoli, preparato da intuizioni diverse e da ricerche. Possiamo risalire fino ad Aristotele, vissuto nel IV sec. a.C. e alle sue osservazioni sulla luce, sui colori e 717b17h sul senso della vista.
I primi veri studiosi però (1400), che con la camera oscura, sono arrivati alla scoperta della tecnica della fotografia, sono gli arabi AI-Kindi e AI-Hazen.Essi osservarono che all'interno di una camera buia, praticando un piccolo e sottile foro su di una parete, si può vedere un'immagine confusa dell'esterno proiettata capovolta sulla parete opposta.
II semplice foro, durante il `600, viene sostituito da una lente a menisco: la figura era piuttosto imprecisa a causa della cattiva qualità degli obiettivi.
Un'altra teoria risale alla fine dei Medioevo, quando gli alchimisti?, facendo riscaldare il cloruro di sodio (o sale da cucina) insieme con l'argento, avevano scoperto che dal sale si liberava un gas, il cloro, il quale combinandosi con l'argento, provocava la formazione di un composto, il cloruro d'argento, bianco nell'oscurità, ma violetto o quasi nero con l'esposizione ai raggi del sole. Era quindi naturale che, ad un certo punto, nascesse l'idea di utilizzare la singolare proprietà dei raggi luminosi per ottenere immagini sulla superficie di sostanze chimiche sensibili alla luce
Era quindi naturale che, ad un certo punto, nascesse l'idea di utilizzare la singolare proprietà dei raggi luminosi per ottenere immagini sulla superficie di sostanze chimiche sensibili alla luce.
Nel '700, illustri chimici tentarono di risolvere il problema, ma riuscirono ad ottenere solo contorni d'immagini, cioè silhouettes (il nome deriva da Stefano Silhouettes che fu l'iniziatore della moda di farsi fare il ritratto).II chimico tedesco Johann Heinrich Schulze “battezzò” già nel '700 la fotografia.
Un altro collaboratore fu Niepce, il primo ad ottenere qualcosa con delle lastre di metallo ricoperte di bitume di giudea (sostanza che schiarisce debolmente alla luce).Niepce si trovò costretto ad accettare un rapporto di collaborazione con Daguerre (pittore), anche per motivi professionali alle sperimentazioni con la camera oscura.
Daguerre giunse all'invenzione del "dagherrotipo" (1837), che consiste in una lastra di rame rivestita di argento che viene esposta all'azione dello iodio . L'immagine, accennata in modo lieve nella fotocamera, diventa evidente e positiva ai vapori di mercurio e viene fissata con un lavaggio in acqua calda e salata.
Grazie ad una serie di manovre politiche l'invenzione viene acquistata dal governo francese.Intanto in Inghilterra Talbot lavorava per conto proprio con una carta al cloruro d'argento ed otteneva i primi negativi su carta (1834).
Dalla scoperta della fotografia fino ad oggi si può affermare che nulla sia stato lasciato d'intentato e niente è più assolutamente originale. La fotografia non veniva considerata come arte autonoma. Le immagini servivano come bozzetti per i pittori, l”Arte” de arrivò in seguito.
Le fotografie divennero oggetti regalo e vennero scambiate come biglietti da visita. Le loro raccolte fecero nascere l'esigenza dell'album.La fotografia viene usata per farsi riconoscere e presentare il proprio stato sociale, anche raccontando bugie.
Oggi però l’uso della macchina fotografica manuale è passato di moda, infatti non sono molte le persone che possiedono a casa uno di questi gioielli; tutti ormai vanno sul moderno, si va dalle macchine automatiche a quelle digitale, le quali hanno avuto il boom negli ultimi dieci anni (hanno la capacità di modificare in qualsiasi modo la foto tramite il computer). Per fortuna però c’è ancora qualche appassionato, oltre ai fotografi professionisti che acquista ed usa delle macchine che hanno fatto la storia della fotografia.

Fonte: "Storia della fotografia" di Walter Guadagnini

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