sabato 2 luglio 2011

Intervista a Luca Schettino

a cura di Valentina Turci


Il mio primo intervento sul blog “Effe Project", è un’intervista dedicata al fotografo Luca Schettino, che il 16 Luglio farà parte della giuria durante la Maratona fotografica “Effe come foto”.

Com’è nata la sua passione per la fotografia?

Non è stato amore a prima vista e in famiglia nessuno si è mai occupato di fotografia. Sono stato un adolescente attento alle nuove tecnologie e il mio interesse è nato con l’acquisto di una fotocamera compatta digitale da un megapixel circa dieci anni fa. E’ solo grazie ai consigli e alla guida di un caro amico che ho potuto provare una reflex analogica. Ne ho subito acquistata una in un mercatino, ho preso delle pellicole in bianco e nero e ho cominciato a osservare i lavori dei grandi fotografi del novecento.



Ci racconti un pò dei suoi inizi.

In seguito ho trascorso centinaia di ore in strada con la macchina fotografica al collo e altrettante in camera oscura, sviluppando e stampando da solo i miei scatti. Contestualmente studiavo, non senza difficoltà, i concetti di base da una vecchia enciclopedia fotografica. Successivamente ho frequentato diversi corsi specialistici e ho studiato fotogiornalismo con Luciano Ferrara. Ho conseguito la certificazione di istruttore autorizzato Adobe Photoshop.


Cosa le da maggiore ispirazione?

La curiosità. Credo proprio che l’essenza della professione di fotografo sia quella di lasciarsi incuriosire; in questo senso ogni progetto si può definire un viaggio, che lo sia stato materialmente o no. Il tentativo di trovare un mio punto di vista all’interno di un orizzonte per certi versi sempre più inflazionato.


C’è un fotografo o un’artista che le piace particolarmente?

Tanti libri di letteratura fotografica sono sempre a portata di mano nel mio studio. Sono tendenzialmente attratto dal vero, dall’umanità ripresa senza filtri, dal mondo celato che esiste negli occhi di un essere vivente; tra “vita da cani” di Elliott Erwitt e l’antologia dei servizi di moda di Mario Testino, preferisco di sicuro il primo. In sintesi quello che mi piace particolarmente è la capacità dei bravi fotografi di cogliere nella quotidianità un attimo di inaspettata poesia.

Qual è la persona o il luogo che le piacerebbe ritrarre?

Tutte quelle che non ho ancora fotografato, fotografate nei luoghi che abitano. A pensarci mi piacerebbe creare un progetto di ritratti dell’intero pianeta, in quanti siamo ora?

Lei tiene anche corsi di fotografia, ce ne vuole parlare?

La volontà di insegnare nasce da un sentimento di rivolta contro un mercato che pubblicizza apertamente la filosofia del “non pensare, scatta! La fotocamera farà il resto.” La gravità risiede nel fatto che quest’affermazione non è solo rivolta al fotografo delle vacanze ma si è estesa al campo dell’arte privando i nuovi amatori di una coscienza che sovraintenda tutte le fasi della creazione. I miei corsi si fondano sul tentativo di scovare nuovi curiosi e renderli padroni della loro creatività attraverso la conoscenza delle tecniche fotografiche di base. Presso il mio studio sono attivi il corso base di fotografia analogica e digitale, il corso base di Photoshop e il workshop di sviluppo e stampa in camera oscura. In autunno partiranno inoltre corsi di still-life, di ritratto e di Adobe Lightroom.

Lei sarà giudice alla Maratona fotografica “Effe come foto”, organizzata per il 16 Luglio da “Effe Project”, quali saranno i suoi criteri di valutazione?

Il compito fondamentale di una giuria di un concorso fotografico è naturalmente quello di valutare le foto dal punto di vista tecnico, assegnando meriti e demeriti per quanto concerne l’esposizione, la messa a fuoco, la composizione, l’attinenza al tema, la forza espressiva del quadro, tentando di cogliere la volontà artistica dei partecipanti. Come autore di reportage sarò di certo positivamente colpito dai fotografi che saranno capaci di realizzare una serie di foto che abbia un valore per singola foto e per progetto, cioè da coloro che riusciranno a dare uno stile e una riconoscibilità all’intera produzione.

Cosa si aspetta dai partecipanti, soprattutto i più giovani?

Punti di vista originali, capacità di guardare lì dove in molti non volgono lo sguardo. Mi aspetto entusiasmo, partecipazione e la volontà di mettersi in gioco con l’umiltà e la consapevolezza che le proprie foto saranno sempre speciali per alcuni, ma che l’arte-pubblica deve inevitabilmente “arrivare” a molti. Mi aspetto, inoltre, che i fotografi sappiano rinunciare a una pesante post-produzione , concentrandosi sugli elementi costruttivi di un’immagine e sul momento decisivo.

“Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà.”( Henri Cartier-Bresson)

..in bocca al lupo.


Ultima domanda, Effe come…?

“F for fake” di Orson Welles


Luca Schettino, insieme allo staff di “Effe Project”, vi aspetta Venerdi 8 Luglio presso il suo studio in via Regina Margherita, 58 C/mare di Stabia, per le iscrizioni e tutte le Info riguardanti la Maratona fotografica.

(V. Turci)

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